Incubo ed. 2026

Scena in bianco e nero: donna seduta sul letto che urla terrorizzata, il corpo proteso in avanti tra le lenzuola stropicciate, mentre alle sue spalle le tende e l’oscurità della stanza sembrano trasformarsi in ombre e forme spettrali; rappresentazione intensa di un incubo, paura notturna e paralisi del sonno.

È la sera del 31 dicembre 2026.
Sono sul letto, non sul divano. Non perché sia comodo, ma perché sono stanca in un modo che non è solo fisico. Ho il telefono in mano, scrollo cose a caso senza neanche registrarle, giusto per non sentire troppo forte quella vocina che continua a ripetere: “Ci sei ricascata, di nuovo.”

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