La nuova coperta di Linus
La nuova coperta di Linus
Sembrava che questo momento non sarebbe arrivato mai e invece. E invece siamo finalmente entrati in zona bianca, il ritorno alla normalità è vicino. Possiamo abbandonare la nostra coperta di Linus…
Ma è davvero così?
La realtà è ben diversa. Tornare alla normalità non è così semplice come vogliamo credere perché due anni di lockdown, chiusure varie e pandemia in generale ci hanno cambiato. Abbiamo paura, in un certo senso.
Io ho avuto paura di riprendere la normalità. Lunedì sono uscita con due delle mie più chiare amiche. Non ci vedevamo da Maggio 2019. Fino all’ultimo ero spaventata all’idea di rivederle, io vaccinata ma loro no.
Sono una solitaria da molti anni, non mi spaventa stare da sola e la pandemia non mi ha sconvolto la vita stravolgendo le mie abitudini. Tuttavia, negli ultimi mesi ho avuto qualche piccolissimo attacco di panico all’idea di ritornare a comportarci come se negli ultimi 16 mesi una pandemia non ci avesse messo in ginocchio.
Emotivamente e lavorativamente parlando.
La mia coperta di Linus era la routine che il lockdown aveva imposto, il non poter vedere le persone perché era rischioso. Uscire, rivedere le mie amiche, pranzare con loro senza barriere… mi ha messo ansia.
Una volta insieme tutta la paura è sparita ma al ritorno a casa mi sono chiesta se non avessimo sbagliato a vederci, a stare insieme a parlare di libri per tutte quelle ore. Perché, devi sapere, siamo tre persone completamente diverse con una passione sfrenata per la lettura.
Sono i libri a tenerci insieme nonostante le diversità che ci caratterizzano. Ed è bellissimo. Tanto da volerlo rifare appena possibile.
Eppure mi viene da pensare a quante persone si sono trovate nella mia stessa situazione, quanti si son visti costretti ad abbandonare la propria coperta di Linus, la propria zona di comfort, per tornare a vivere la normalità.
Perché mica è facile. Ci sentiamo protetti e coccolati in questa strana nuova vita in cui siamo stati catapultati e in cui viviamo ormai da 16 mesi. Conosco persone che han chiesto di poter continuare a lavorare da casa, nonostante gli uffici abbiano aperto, perché si son scoperte più produttive e son tornare ad amare il proprio lavoro.
Sedici mesi fa era impensabile, ognuno incastrato perfettamente nel proprio ruolo. Anche io, che sono una solitaria e che a casa sto benissimo, sapevo esattamente cosa aspettarmi dalle mie giornate. Poi una pandemia mondiale ha stravolto la vita di tutti, ha creato nuove routine ma ha generato anche nuove ansie e paure.
Tutti noi abbiamo una nostra coperta di Linus, quel qualcosa che ci fa sentire sicuri e nel posto giusto.
La domanda, però, che mi sono posta in tutti questi mesi è: siamo pronti a lasciarla andare?
Tre di Picche Community
Se dovessimo raggiungere l’immunità di gregge dovremmo ritenerci quasi “fuori pericolo”, penso. In alcune città vaccinano a partire dai 12 anni in su, controllerei nella tua regione come sono messi.
Quante storie per un’influenza!
I problemi sono altri e se tu e la tua combriccola non l’avete ancora capito mi dispiace propio per voi.
Un po’ lunga come “influenza”, non ti pare?
Sono felice di leggerti di nuovo 😊 Io sono uno di quelli che ha deciso di continuare a lavorare in smartworking. Mi occupo dei social per un’agenzia e abbiamo deciso che fino a dicembre lavorerò da casa. Vivo da solo, con due gatti. E hai ragione, mi sono organizzato meglio di quando dovevo andare in ufficio, dovendo farmi quasi un’ora di viaggio ad andare e altrettanto tempo a tornare.
Siamo tutti soddisfatti per il momento. Non so come andranno le cose adesso ma spero che il peggio sia passato.
Lo spero anche io ma nel dubbio sostengo la scelta di continuare a lavorare in smartworking.
Anche io vaccinato, i miei figli non ancora. Adesso che la scuola è finita saranno più liberi e effettivamente non la viviamo benissimo io e mia moglie. Speriamo che il vaccino faccia il suo effetto e ci permetta di tornare a lavorare in sicurezza.
Buona giornata.