La meraviglia della multipotenzialità
La meraviglia della multipotenzialità: come abbracciare tutte le tue passioni senza perdere la bussola
Hai mai provato la sensazione di voler fare (e imparare) mille cose diverse, ogni volta brillando gli occhi per un nuovo progetto, un nuovo argomento, una nuova sfida? Ti sei mai sentito definire “incostante” o “troppo dispersivo” da chi vede in te un’esplosione di interessi come se fosse un difetto? Se la risposta è sì, probabilmente sei un multipotenziale. E non c’è nulla di sbagliato in questo: anzi, la multipotenzialità può essere un vero e proprio superpotere, in grado di arricchire la tua vita personale e professionale.
In un mondo che spesso predilige la specializzazione a tutti i costi, le persone poliedriche possono sentirsi fuori posto, come se dovessero obbligatoriamente scegliere un’unica direzione. Ma per un multipotenziale, la varietà degli interessi è la norma, non l’eccezione.
Lo scopo di questo articolo è mostrarti che c’è un modo di cogliere i frutti di ogni tua passione senza cadere nel caos o nell’inconcludenza.
Nei prossimi paragrafi scopriremo:
- Che cosa significa davvero “multipotenzialità” e perché non è solo “avere tanti hobby”.
- Le principali difficoltà che i multipotenziali incontrano nel lavoro e nelle relazioni.
- Le ragioni per cui la cultura pop ci spinge alla specializzazione, e come ribaltare questo schema in modo sano.
- Tecniche e strategie per integrare molteplici interessi nella tua vita senza essere sopraffatto.
- Risorse e suggerimenti per chi vuole consolidare la propria identità di multipotenziale e valorizzarla anche a livello professionale.
Prenditi un momento di calma, preparati un caffè o un tè, e goditi la lettura. Potrebbe essere l’inizio di un viaggio alla scoperta di ciò che rende la tua mente così speciale.
1. Multipotenzialità: definizione e origini del concetto
1.1. Definizione essenziale
Il termine “multipotenzialità” si riferisce alla capacità di una persona di eccellere o, comunque, di essere competente in più ambiti. A coniare e diffondere questo concetto in epoca moderna è stata, tra gli altri, Emilie Wapnick (con il suo celebre TED Talk Why Some of Us Don’t Have One True Calling). Tuttavia, le radici di questa idea sono antiche: fin dal Rinascimento, abbiamo esempi di figure poliedriche come Leonardo da Vinci, matematico, artista, inventore, anatomista… e la lista sarebbe ancora lunga.
Oggi come oggi, parliamo di “multipotenziale” o “scanner personality” (termine coniato da Barbara Sher) per indicare qualcuno che:
- Apprende con rapidità e trova entusiasmante approfondire settori diversi.
- Tende ad annoiarsi se deve rimanere a lungo su un unico tema o progetto.
- Ama creare connessioni tra discipline apparentemente lontane (ad esempio, letteratura e coding, psicologia e marketing, cucina e design).
1.2. Non solo “avere hobby”: una questione di identità
Non basta avere un paio di interessi extralavorativi per definirsi multipotenziale. La differenza sta nella spinta interiore che ti fa sentire vivo quando stai imparando qualcosa di nuovo, e che ti porta a sognare progetti sempre più eclettici. Spesso, infatti, un multipotenziale:
- Passa con facilità da un argomento all’altro, non perché sia inconcludente, ma perché ha fame di scoperta.
- Elabora idee originali, fondendo competenze che ha acquisito in contesti diversi.
- Col tempo, accumula un bagaglio di conoscenze e abilità variegato, che lo rende a volte difficile da “incasellare”.
Se ti suona familiare, forse sei proprio tu a rientrare in questa definizione. E, spoiler: non è un limite, ma un grande vantaggio, a patto di saperlo gestire.
2. Perché la società (ancora) esalta la specializzazione e ignora la poliedricità
2.1. Retaggio culturale ed economico
Per decenni, l’istruzione e il mercato del lavoro hanno premiato la specializzazione. Diventare un “esperto” di un singolo ambito significava assicurarsi un ruolo ben definito, un percorso di carriera lineare e un riconoscimento sociale (e spesso economico). In un’economia industriale e post-industriale, le figure verticali erano considerate la spina dorsale della produttività.
Questo modello ha certamente portato a enormi progressi in campo medico, ingegneristico, tecnologico. Ma ha anche creato l’idea diffusa che cambiare spesso direzione sia sinonimo di instabilità e che “un professionista serio” non possa dedicarsi a troppe cose contemporaneamente.
2.2. L’angoscia della “vera passione”
Viviamo in un’epoca in cui ci viene continuamente ripetuto: “Trova la tua passione e trasformala in lavoro.” Se da un lato questo suggerimento può essere motivante, dall’altro non tiene conto di chi ha più passioni e non vuole sceglierne una sola. È come se la società ci chiedesse di trovare la nostra “anima gemella” professionale, e se la passione non è una sola, potremmo sentirci difettosi o incoerenti.
Il risultato? Molti multipotenziali cadono nel senso di colpa, perché fanno fatica a dare una risposta secca a domande come “Che lavoro fai esattamente?” o “In cosa sei specializzato?”. Invece di sentire la ricchezza della poliedricità, vivono la frustrazione di non avere un’identità monolitica da sventolare in pubblico.
3. Le sfide principali per un multipotenziale
3.1. L’ansia da “troppa scelta”
Il multipotenziale classico ha tanti interessi e vorrebbe approfondirli tutti. Il risultato può essere una sensazione di spaesamento e sovraccarico: “Ma come faccio a seguire tutto? Da dove inizio? Quale corso mi conviene fare prima?” E così, se non si mette un po’ di ordine, si rischia la paralisi da analisi, rimbalzando da un’idea all’altra senza completare un granché.
3.2. Paura di essere etichettati come incostanti
Una delle critiche più frequenti rivolte ai multipotenziali è l’assenza di “continuità”. Dopo qualche mese o anno in un certo settore, le persone poliedriche potrebbero desiderare di cambiare rotta. Chi ci guarda dall’esterno può etichettarci come “confusi” o “incostanti”. Questo colpisce l’autostima, specialmente se cerchiamo conferme da chi ci sta attorno.
3.3. Difficoltà nel trovare una carriera “su misura”
Il mercato del lavoro tradizionale è, in buona parte, strutturato in posizioni con un perimetro ben definito. Pensiamo ai profili standard: l’ingegnere civile, l’insegnante di inglese, il programmatore Java. È vero che stanno nascendo ruoli ibridi (come il “growth hacker” o il “digital strategist”), ma non sempre le aziende sanno interpretare e valorizzare una persona che presenta competenze a cavallo di più discipline.
Il multipotenziale, di fronte a un CV standard, potrebbe avere la sensazione di dover “tagliare fuori” alcune esperienze perché non pertinenti alla posizione a cui sta applicando. Questa frammentazione non rende giustizia alla sua ricchezza di competenze trasversali.
4. Perché la multipotenzialità è un dono (se ben gestita)
4.1. Creatività e innovazione
Il punto di forza di chi è poliedrico sta proprio nel mescolare ambiti apparentemente distanti, facendo nascere nuove idee. Nella storia, molte delle invenzioni più rilevanti sono state sviluppate da persone che avevano “un piede in più staffe”. Un pensatore multipotenziale può prendere una tecnica dal mondo dell’arte e applicarla a un software, o viceversa, sperimentare un metodo di marketing mutato da logiche architettoniche.
4.2. Adattabilità ai cambiamenti
Viviamo in un’era in cui le professioni cambiano a ritmi incalzanti, e molte skill diventano presto obsolete. Il multipotenziale, abituato a imparare cose nuove, a cambiare prospettiva e a non temere la novità, può cavalcare queste ondate in modo più agile. La flessibilità mentale è una delle soft skill più ricercate e le persone poliedriche la possiedono quasi per definizione.
4.3. Riduzione del rischio di “crisi d’identità”
Paradossalmente, chi investe tutta la propria vita in un unico settore può trovarsi in grande difficoltà se quel settore crolla o cambia drasticamente (pensiamo a casi di aziende che chiudono o di interi mercati che vengono rivoluzionati dalla digitalizzazione). Un multipotenziale ha solitamente più plan B, C, D… e, pur soffrendo inevitabilmente le crisi, può attingere a diverse competenze e riconvertirsi con più facilità.
5. Strategie concrete per vivere appieno la multipotenzialità
5.1. Impara a “dosare” le tue passioni
Se hai 10 idee per la testa, mettere in pratica tutte e 10 contemporaneamente è un invito al burnout. Ti stancheresti, finiresti per concludere poco e provare frustrazione.
- Regola del 2+1: Concentrati su due progetti principali e uno minore (o “sperimentale”) da coltivare nel tempo libero. Quando porti a buon punto uno dei progetti principali, puoi cambiarne la priorità e magari promuovere il “minore”.
- Fasi cicliche: Dividi il tuo anno in “stagioni” e assegna una focus area a ogni stagione. In primavera potresti dedicarti alla scrittura di un ebook, in estate dare priorità alla fotografia, in autunno imparare le basi di programmazione, e così via.
5.2. Trova il filo conduttore tra le tue passioni
Spesso, i multipotenziali sembrano avere interessi totalmente sconnessi, ma a un’analisi più attenta emerge un filo rosso: magari sono tutti legati alla creatività, o all’analisi dei comportamenti umani, o all’innovazione tecnologica. Individua i temi ricorrenti nelle tue passioni; questo ti aiuterà a:
- Spiegare meglio alle altre persone (e a te stesso) perché ami cose così diverse.
- Combinare attività per creare progetti ibridi. (Se, ad esempio, ami la grafica e la scrittura narrativa, potresti lavorare a un fumetto o a una storia illustrata).
5.3. Sviluppa la tua “professionalità ibrida”
Nel contesto lavorativo, è essenziale comunicare in modo chiaro come le tue diverse skill possono portare valore. Un multipotenziale che sa unire web design e content strategy potrebbe proporsi come un “digital creative”, capace di seguire un progetto online dall’ideazione visiva alla stesura dei testi. Se non spieghi in modo efficace questa poliedricità, rischi di sembrare semplicemente dispersivo.
Alcuni strumenti utili:
- Portfolio online dove mostri progetti di natura diversa ma uniti da un tuo stile personale.
- LinkedIn con una descrizione che enfatizzi la tua versatilità e i risultati ottenuti in campi diversi.
- Pitch personale: una breve presentazione di chi sei e di cosa fai, che includa la tua identità multipla come un plus.
5.4. Crea una routine “salva-cervello”
Con tanti interessi, il rischio di sovraccarico mentale è elevato. Ecco qualche dritta:
- Time-blocking: organizza la giornata in blocchi, ciascuno dedicato a una specifica attività, così da evitare che l’una invada il tempo dell’altra.
- Pianifica momenti di disconnessione: i multipotenziali spesso sono iper-stimolati, con la testa che va a mille. Concediti pause rilassanti (meditazione, una passeggiata senza smartphone, un bagno caldo, attività fisica).
- Batching delle task: se devi rispondere a mail, farlo tutto in un solo blocco (ad esempio, al mattino) è più efficiente che rispondere ogni volta che squilla una notifica.
5.5. Non avere paura di “passare il testimone”
Un multipotenziale non deve sentirsi obbligato a restare su un progetto quando la sua parte innovativa è completata. Se arrivi a un punto in cui senti di aver dato tutto ciò che potevi, valuta l’idea di passare il testimone a qualcuno di più specializzato, che porterà avanti l’aspetto di rifinitura o mantenimento. Questo approccio può valere in contesti aziendali (dove tu avvii un progetto e poi un team più verticale lo consolida) o nella vita personale (magari insegni a un amico o socio come proseguire).
6. Vivere la multipotenzialità nelle relazioni
6.1. Comunicare apertamente il tuo modo di essere
Chi ti sta intorno – famiglia, amici, partner – potrebbe non capire perché cambi spesso interessi o perché, appena finisci un corso di fotografia, inizi a studiare astrologia. Se non spieghi che è la tua natura a portarti verso nuovi terreni di esplorazione, rischi di generare conflitti o frustrazioni.
- Fai esempi pratici: “Vedi, quando studio X imparo nuove cose che poi applico in Y. E quando mi stanco di Y, passo a Z e torno in X con nuove idee.”
- Mostra i vantaggi: “Da quando ho imparato a programmare, posso aiutarti con il sito web; e grazie al corso di cucina, ho anche scoperto ricette speciali per le nostre cene.”
6.2. Evitare il senso di colpa nelle amicizie e in famiglia
Spesso, i multipotenziali si sentono in colpa perché temono di non portare avanti le cose “come ci si aspetta”. Un amico potrebbe chiederti: “Come va il tuo progetto di scrittura?” e scoprire che l’hai accantonato in favore della realizzazione di un videogame. Non sentirti un fallito: spiega che stai esplorando altre strade e che, magari, tornerai alla scrittura in futuro, con una rinnovata ispirazione.
6.3. Costruire collaborazioni fruttuose
Le persone poliedriche possono fungere da collante in una community, perché conoscono le basi di diversi ambiti e sanno come interfacciarsi con persone specializzate. Se, ad esempio, hai un amico grafico, un partner musicista e un altro amico interessato al marketing, tu potresti essere l’anello di congiunzione che fa nascere un progetto collettivo (un videogioco, un evento, una startup). In questo modo, la tua multipotenzialità diventa un vantaggio sociale.
7. Risorse utili e ispirazioni in italiano
- Siti web e blog:
- Efficacemente.com: non parla in modo specifico di multipotenzialità, ma ci trovi consigli su produttività, gestione del tempo e abitudini: temi fondamentali per chi ha tanti interessi.
- Italian Indie: racconta storie di imprenditori e professionisti italiani, tra cui persone poliedriche che hanno saputo combinare più passioni.
- Libri in italiano:
- “Diventa chi sei” di Emilie Wapnick (ed. Tlon) – la bibbia moderna della multipotenzialità.
- “Crea la tua fortuna” di Francesca Marano (Zandegù): non è dedicato solo alla multipotenzialità, ma aiuta a capire come sviluppare progetti ibridi e creativi.
- TED Talk con sottotitoli in italiano:
- Il già citato talk di Emilie Wapnick, “Why Some of Us Don’t Have One True Calling”.
- Brene Brown non parla direttamente di multipotenzialità, ma affronta temi di vulnerabilità e autenticità, che ben si sposano con l’espressione poliedrica di sé.
Conclusione
Essere multipotenziale non è un semplice tratto caratteriale: è un vero e proprio stile di vita. Richiede un pizzico di coraggio, perché si sfidano i dogmi di una società che predilige “l’esperto di una cosa sola”. Richiede anche un briciolo di metodo, per non rischiare di perdersi in mille iniziative. Ma la ricompensa è grande: una vita ricca di stimoli, dove ogni nuovo apprendimento nutre la tua creatività e amplia le tue prospettive.
Se a volte ti sei sentito “sbagliato” o “incostante”, sappi che esistono tante persone come te e che, anzi, la poliedricità è sempre più apprezzata in contesti innovativi. L’importante è trovare un tuo equilibrio personale, sperimentando e creando routine che ti diano la possibilità di assaporare tutti i tuoi interessi, senza rimanerne schiavo.
Non esiste un unico modo per essere multipotenziale: c’è chi preferisce dedicarsi a tanti progetti insieme (ma con una buona pianificazione) e chi alterna periodi intensi in un settore e poi passa a un altro. Quello che conta è non rinunciare a questa parte di te per uniformarti a un modello che non senti tuo. La multipotenzialità è un dono, e come tale va celebrato, affinato e condiviso con il mondo, che ha un disperato bisogno di persone in grado di rompere gli schemi e di creare ponti tra campi del sapere.
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